Sentiamo spesso parlare di materiali a cambiamento di fase, ma di cosa si tratta? I Phase Changing Material o PCM, sono dei materiali che impiegano l’energia termica latente, che viene scambiata con una temperatura costante. In questo modo i materiali mantengono costante la loro temperatura ma sono in grado di accumulare grandi quantità di energia al loro interno, mutando la loro forma da solida a liquida.
La definizione è un po’ complessa, ma tecnicamente i materiali edili che appartengono a questa categoria vengono spesso impiegati per realizzare l’involucro edilizio.
I materiali a cambiamento di fase vantano le seguenti caratteristiche:
Si tratta di materiali davvero speciali, che variano la loro natura da solida a liquida per offrire migliori performance e prestazioni negli edifici in cui vengono impiegati. La domanda sorge quindi spontanea, ovvero questi materiali edili rappresentano il futuro del settore?
Molte sono le ricerche che vengono effettuate in materia, ma l’impiego dei giusti materiali dipende da studi che interessano la loro natura e i fattori ambientali del caso. In ogni caso, i materiali edili che appartengono a questa categoria sono le paraffine, abili nel compiere numerosi cicli di solidificazione e liquefazione senza alterarsi e i sali idrati, dove il passaggio si basa sulla idratazione e disidratazione dello stesso sale.
Dobbiamo considerare che i materiali a cambiamento di fase sono nati negli anni ’60 e sono stati spesso applicati in campo aeronautico. In tempi recenti, questi materiali così eclettici potrebbero dare una mano nel superamento dei problemi delle barriere termoisolanti e quindi proporsi come elementi ideali per le condizioni atmosferiche estreme, soprattutto orientate al calore e alla ricerca del migliore raffrescamento.
Attendiamo quindi nuovi sviluppi e chi desidera approfondire l’argomento può leggere questo interessante post sui materiali a cambiamento di fase pubblicato sul blog architetturaecosostenibile.it
Sentiamo spesso parlare di materiali a cambiamento di fase, ma di cosa si tratta? I Phase Changing Material o PCM, sono dei materiali che impiegano l’energia termica latente, che viene scambiata con una temperatura costante. In questo modo i materiali mantengono costante la loro temperatura ma sono in grado di accumulare grandi quantità di energia al loro interno, mutando la loro forma da solida a liquida.
La definizione è un po’ complessa, ma tecnicamente i materiali edili che appartengono a questa categoria vengono spesso impiegati per realizzare l’involucro edilizio.
I materiali a cambiamento di fase vantano le seguenti caratteristiche:
Si tratta di materiali davvero speciali, che variano la loro natura da solida a liquida per offrire migliori performance e prestazioni negli edifici in cui vengono impiegati. La domanda sorge quindi spontanea, ovvero questi materiali edili rappresentano il futuro del settore?
Molte sono le ricerche che vengono effettuate in materia, ma l’impiego dei giusti materiali dipende da studi che interessano la loro natura e i fattori ambientali del caso. In ogni caso, i materiali edili che appartengono a questa categoria sono le paraffine, abili nel compiere numerosi cicli di solidificazione e liquefazione senza alterarsi e i sali idrati, dove il passaggio si basa sulla idratazione e disidratazione dello stesso sale.
Dobbiamo considerare che i materiali a cambiamento di fase sono nati negli anni ’60 e sono stati spesso applicati in campo aeronautico. In tempi recenti, questi materiali così eclettici potrebbero dare una mano nel superamento dei problemi delle barriere termoisolanti e quindi proporsi come elementi ideali per le condizioni atmosferiche estreme, soprattutto orientate al calore e alla ricerca del migliore raffrescamento.
Attendiamo quindi nuovi sviluppi e chi desidera approfondire l’argomento può leggere questo interessante post sui materiali a cambiamento di fase pubblicato sul blog architetturaecosostenibile.it